Nell’attesa di conoscere le politiche di incentivazione che il nuovo Governo metterà in pratica, nel corso dell’estate si è consumata una vera e propria caccia ai terreni. Da tempo si scrive di market parity nel mondo del fotovoltaico.

Oggigiorno, il significato di market parity descrive la convenienza nella produzione di energia fotovoltaica rispetto a fonti tradizionali. In altre parole, la possibilità di realizzare un impianto fotovoltaico a minori costi rispetto ai ricavi della vendita di energia.

Non solo, la recente bozza ministeriale in cui si delineavano strumenti di incentivazione per la realizzazione di impianti fotovoltaici ha ulteriormente aumentato l’interesse da parte di gruppi utility, fondi di investimento e EPC per prepararsi all’imminente rinascita del mercato primario. Come? Attraverso la ricerca di terreni su cui realizzare medio/grandi impianti fotovoltaici, o come dicono gli operatori di settore “opzionando terreni”.

Opzionare il terreno significa accordare un diritto di prelazione sull’acquisto o affitto di una superficie volto ad ottenere l’autorizzazione per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico. La procedura di voltura del diritto di superficie è altrettanto condizione necessaria per l’ottenimento della TICA, ovvero il preventivo di ENEL per i costi di allaccio che variano a seconda della distanza dal punto di connessione più vicino.

Oggetto di forte interesse sono state superfici in sud Italia con le seguenti caratteristiche:

assenza di vincoli paesaggistici; ipoteche; preferenza di terreni piani per ridurre i costi di preparazione dell’area; dimensioni delle superfici; vicinanza a punti di connessione; diritto di vendita/affitto.